È il testo di critica più esteso che Montale dedicò a Panzini. Comparve su «L’Ambrosiano» l’11 aprile 1927: L’ultimo Panzini. Muove dalla convinzione che, pur essendo ormai uno scrittore che richiama su di sé una quantità di recensioni, “intorno all’arte di lui poco è stato scritto finora che abbia valore di diagnosi e che colpisca quel centro vivo che in un artista genuino qual è il Panzini non appare mai del tutto inoffuscato”. In seguito, sul «Corriere della Sera», Montale tornerà ancora ma solo con brevi accenni a Panzini.
